CONCLUSIONI    

L’uomo:

Æ Un niente che esce dal niente e rientra nel niente.

Æ Il sasso che prende coscienza di se.

Æ Mucchietto di atomi riciclati.

Æ Polvere di stelle.

Æ E’ ciò che non poteva non essere.

Æ La scimmia nuda.

Æ Eterna inadeguatezza dell’intelligenza umana.

Æ Robot al carbonio.

 

Questo è l’uomo: un nulla che tuttavia soffre spesso pene indicibili prima di ritornare nel calderone del multiverso. Il problema del dolore che ha afflitto l’uomo sino da quando ha avuto un barlume di autocoscienza non credo possa essere risolto. L’unico che ha dato una risposta accettabile sembra essere Buddha, ma anche Lui (grande uomo) ha i suoi limiti.

François Jacob dice che il difficile è scegliere il momento giusto: forse è vero, ma non per me, io so che

il momento giusto è questo.

Non più salute, senza più aspirazioni, illusioni o seghe mentali mi chiedo cosa sto facendo qui. Da ora in avanti sono soltanto in attesa o di una grave malattia o di una disabilità che mi costringerebbe a scelte che non voglio assolutamente fare: perché ho visto di persona quanto siano devastanti (case di riposo, cronicari, ecc.). Del resto una volta presa coscienza di quello che si è, ossia 1/82 miliardesimo degli uomini vissuti, non può restare molto dell’amor proprio che ti hanno inculcato nella nostra insensata “civiltà”.

Rimando di giorno in giorno, è molto stupido. Bisogna proprio che mi decida. D’altronde non farò danni a nessuno: non lascio veramente traccia. Un po’ come tutti, ma io di più. Che follia questo viaggio, quanta fatica e tutto per prendere coscienza della nostra infinita limitazione e conseguente stupidità. Andarsene è bello solo per il fatto di non avere più contatti con i propri simili. Non perché io mi senta migliore, ma per il fatto che ti mettono sempre davanti agli occhi quello che sei.

 

 

Totale uomini vissuti

 

In 100.000.000 anni

82.225.000.000

di cui in 90.000 anni

45.425.000.000

e negli ultimi 10.000 anni

36.800.000.000

L'attuale umanità è un sesto del totale degli uomini vissuti in 10.000 anni.

 

In base a dati archeologici, a dati storici antichi e a quelli demografici degli ultimi 150 anni sono state registrate sul pianeta queste presenze nelle date sotto indicate

 

Uomini presenti

 

100.000 anni fa’              

30.000

70.000 anni fa                 

60.000

40.000 anni fa’

800.000

10.000 anni fa’

8.000.000

5.000 a.C

20.000.000

3.000 a. C.

40.000.000

2.000 a. C.

60.000.000

1.500 a. C.

80.000.000

1.000 a. C.

115.000.000

500 a. C.

125.000.000

Nascita di Cristo

160.000.000

500 d. C.

255.000.000

1.000 d. C.

254.000.000

1.500 d. C.

459.000.000

1.600

583.000.000

1.750

770.000.000

1.850

1.222.000.000

1.900

1.522.000.000

1.950

2.480.000.000

1.970

4.075.000.000

1.995

5.849.000.000

2.000

6.000.000.000

2.010

7.000.000.000

 

I dati storici sono di A. J. Coale (il più autorevole del mondo) - Da i computer l'Autore poi ha ricavato tra le due date un coefficiente di ogni anno, calcolandolo in regressione, il risultato collimava perfettamente con quelli storici. Ha quindi ricavato e adottato un indice di natalità all'inverso, anno per anno per tutti i 100.000 anni tenendo conto della vita media per ogni periodo storico in questione esaminato, abbastanza fedelmente quantificato oggi da storici, archeologi, antropologi e biologi. Il dato finale di 82.225.000.000 di uomini nati e vissuti sulla Terra può essere al massimo in difetto o in eccesso dell'1%.

 

Non sembra difficile capire cosa rappresenti “l’uomo” nell’immensità dell’universo, forse ne avevano sentore i primi sapiens che cominciarono a prendere coscienza di sè stessi. La sensazione deve essere stata terrificante e per non soccombere a questa realtà spaventosa il cervello cominciò ad elaborare fantasie che sono poi sfociate in quella che oggi viene definita “civiltà”.

 

Ma alla natura, al cosmo, all’universo, al multiverso o alle D-brane non sembra importare poi tanto della civiltà; gli input che riceve l’uomo dalla natura sono due: sopravvivere e riprodursi. Proprio come le iniziali macro-molecole da cui proviene.

 

Guardare il forsennato agitarsi di questo povero essere nell’ambito di quella che noi chiamiamo storia non può non suscitare un senso di pena e di tristezza. Ci hanno insegnato ben altre cose in tutte le società, in tutti i continenti, dovunque. Si suppone che questo insegnamento debba servire alla crescita dell’uomo, ma quasi mai è così, esso serve in genere alla programmazione di pecore succubi del potere di pochi potenti.

 

 

 

Out, out, brief candle!

Life’s but a walking shadow, a poor player

That struts and frets his hour upon the stage,

And then is heard no more. It is a tale

Told by an idiot, full of sound and fury,

Signifying nothing

 

Spegniti, spegniti, breve candela!

La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore

che si atteggia e si agita sulla scena per la sua ora,

e poi non se ne sente più nulla. E’ un racconto

raccontato da un idiota, pieno di rumore e di furore,

che non significa nulla.

 

(Machbeth - William Shakespeare)

 

 

Quando l’uomo avrà la possibilità o la volontà di prendere coscienza fin da subito, non delle sfrenate fantasie in cui è stato condizionato a credere, ma di quel poco che lentamente e con fatica sta affiorando ai nostri limitatissimi sensi?

 

Da quando l’uomo ha coscienza di se, QUANTI hanno avuto la “sfortuna”, non dico di capire, ma perlomeno di tentare di vivere cercando la “verità”, quella piccola e contingente consentita dalla limitatezza dei sensi, e non quella con la V maiuscola che forse non può neppure esistere in una realtà in continuo divenire?

81 anni, sono tanti, anzi tantissimi, soprattutto se vissuti tumultuosamen-te come li ho vissuti io.  Mi sembra di essere stanco, forse appena depres-so poiché i farmaci funzionano abbastanza bene, ma nella mia testa rimbombano ideacce la cui origine molto probabilmente può essere attribuita a quegli effetti collaterali rilevati di recente nei farmaci che prendo (Venlafaxina).

Guardando la vita vissuta mi sembra un sogno folle di cui potevo fare anche a meno. Quasi sempre angosciosa, salvo rari momenti di presunta felicità. Felicità, che grossa parola, ma cosa è la felicità: ho la sensazione, forse anche la certezza, che si possa definire “felicità” quei rari momenti nei quali obbedisci senza riserve e senza inibizioni ai due input che la natura ti impone: sopravvivere e riprodursi.

Ogni azione, ogni sentimento, ogni espressione ha alla base di noi poveri robot al carbonio due semplici comandi, impossibili (quasi) da violare, “sopravvivere e riprodursi”, tutto il resto è qualcosa di sovrastrutturale, di cui alla natura, di cui siamo parte integrante, non importa assolutamente nulla.

A livello strettamente egoistico e personale la domanda è quindi se vale la pena di vivere la vita per noi robot al carbonio: la mia risposta è assolutamente no. Troppa angoscia, troppo dolore, troppo di tutto con l’esclusivo scopo di sopravvivere e riprodursi.

 

La morte, la scomparsa ……. bisognerebbe assolutamente non pensarci. Nella vita quotidiana, nel normale comportamento fisico, non è possibile vivere da condannati a morte. Ma se non si è responsabili della propria nascita, lo si è, in qualche modo, della propria morte. Quello che non si può dimenticare, è la paura di avere paura, il disgusto di diventare disgustosi, l’impotenza ad evitare l’impotenza. Ed anche il terrore di essere dominati come bambini, di farsi manipolare. L’incubo di diventare altro da quello che si è, di pensare in un altro modo o addirittura di non pensare più del tutto. E, ancora, l’angoscia di dover essere passivi, di venire maneggiati senza poter reagire, ne esprimersi e neppure chiedere. Insomma lo spettro del vegetale.

A questo punto il veleno perde il suo carattere sleale per diventare un amico.

Il difficile: scegliere il momento giusto. Troppo presto, è stupido. Troppo tardi, è impossibile. E porsi questa alternativa, forse è già tirarsi indietro. Non esiste il momento perfetto in questo campo.”

(Fraçois Jacob – La statua interiore)

 

Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire. La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive. (Epicuro)

Paola - Che bel ricordo!

Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.

Chi ammonisce poi il giovane a vivere bene e il vecchio a ben morire è stolto non solo per la dolcez-za che c'è sempre nella vita, anche da vecchi, ma perché una sola è la meditazione di una vita bella e di una bella morte.

 

Clara

Che mamma!!! Che persona!!! Ho rimpianti! (forse come tutti?)

 

Carlina felice

Gli amori bisogna ricordali così. Mai cercare di rivedere adesso le persone amate: la delusione reciproca sarebbe devastante.

Ancora peggio chi va dicendo: bello non essere mal nato, ma, nato, al più presto varcare la soglia della morte.

Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.

Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti pro-viamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.

Per questo noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito. Ad esso ci ispiriamo per ogni atto di scelta o di rifiuto, e scegliamo ogni bene in base al sentimento del piacere e del dolore.

E' bene primario e naturale per noi, per questo non scegliamo ogni piacere. Talvolta conviene trala-sciarne alcuni da cui può venirci più male che bene, e giudicare alcune sofferenze preferibili ai pia-ceri stessi se un piacere più grande possiamo provare dopo averle sopportate a lungo.

Ogni piacere dunque è bene per sua intima natura, ma noi non li scegliamo tutti. Allo stesso modo ogni dolore è male, ma non tutti sono sempre da fuggire.

(Epicuro)

Rita - Ricordo molto triste!

Non mi sembra di vivere un buon momento: sto lottando contro la carenza di molecole nello spazio intersinaptico. Sento perfettamente cosa sta succedendo dentro la mia testa. E tuttavia sono spinto inesorabilmente a proiettare all’esterno cause che sono esclusivamente interne.

Quasi esclusivamente interne: infatti qualche aggancio con la mia situazione ambientale potrei anche averlo. Naturalmente non sono in grado di determinare quale sia il limite tra endogeno ed esogeno. Spaccando il capello in quattro e volendo dare una valutazione assolutamente soggettiva direi che l’80% sia endogeno ed il 20% esogeno.

La lotta contro l’endogeno (carenza di alcuni neurotrasmettitori nello spazio intersinaptico) l’affronto con il farmaco, che credo sia abbastanza efficace, mentre quella contro l’esogeno è persa in partenza in quanto non dipende certo da me riuscire a modificare l’ambiente nel quale sono costretto a vivere.

Però anche questo non è del tutto vero, perché anche se non sono in grado di modificare l’ambiente, posso tuttavia fare in modo da evitare le situazioni sgradevoli e stressanti e concentrarmi su ciò che di buono (?) mi può offrire la vita.

 

Come puro esercizio mentale voglio cercare di definire situazioni positive e situazioni negative, tenendo presente che il solo fatto di metterle nero su bianco rappresenta una sorta di esorcizzazione o di sfogo in alcuni casi salutare.

Situazioni positive:

§       La salute è una di queste, anche se i problemi di depressione non possono essere sottovalutati (perché molto rischiosi). Ma tra quello che offre il mercato per i miei coetanei e la depressione scelgo senza esitazione quest’ultima.

§       La facilità di fare amicizia e di suscitare una certa simpatia nel mio prossimo è un’altra delle cose che riesce ad alleviare la “molesta senectute”. Invecchiando sono diventato particolarmente soft (direi tollerante) e forse questo è anche effetto del farmaco.

§       La curiosità innata che mi spinge da sempre a conoscere e quindi non mi fa’ sentire mai solo. I miei molteplici interessi mi hanno aiutato non poco a sopportare questi ultimi anni di vita. Non so proprio come faccia la maggioranza delle persone a sopportare la vita lasciandosi andare sia fisicamente che mentalmente.

§       Anche una discreta dose di narcisismo (spero non patologico) credo mi abbia aiutato, perché la ricaduta in salute fisica e mentale ad esso dovuta non è da trascurarsi. La maggior parte dei miei coetanei che si è lasciata andare sia nel fisico che nel cervello è in condizioni pietose; sono diventati praticamente infrequentabili anche perché il detto romano “mens sana in corpore sano” è una verità inoppugnabile.

Il negativo:

§       L’immane fatica che ho dovuto durare per arrivare a questi 81 anni. Forse, anzi sicuramente, è più o meno così anche per gli altri. Ma per me, che non mi sono mai arreso agli accadimenti contingenti, il passato pesa in maniera quasi insopportabile. E non tanto per gli alti ed i bassi della vita, ma per l’assoluta inutilità di ogni sforzo fatto. Non voglio essere leopardiano, ma da giovani gli impulsi naturali hanno il sopravvento e ti fanno correre freneticamente verso il “non si sa cosa”. Ma adesso si sa anche questo: la corsa è unicamente verso gli input naturali del “sopravvivere” e “riprodursi”. E la domanda “perché?” ha una sola risposta: per sopravvivere e riprodursi.

§       Gli amici di altri tempi: i meglio non ci sono più, gli altri forse non sono stati mai un gran chè. Adesso sono in condizioni tali che è veramente dura riuscire ad avere contatti appena umani con loro. Riesco a frequentarli solo a piccolissime dosi. P.S.: aggiunta recentissima, ora sono proprio tutti morti! Fuorchè Sergio.

§       Cosa di nuovo o di desiderabile ho davanti a me: BOH!!! Non riesco proprio a vedere nulla.

§       Anche l’attività fisica comincia a pesarmi!

§       Forse Epicuro ha ragione, ma viveva in altri tempi, oggi le prospettive sono molto cambiate. E poi non sapeva niente di molecole.

 

La ragione dell’uomo è un piccolo lumicino che illumina uno spazio infimo rispetto alla grandiosità, all’immensità dell’universo. L’unico lume legittimo, per quanto piccolo, con cui possiamo dire si o no, vero o falso, è la ragione e l’esperienza. E la domanda fondamentale: “perché l’essere e non piuttosto il nulla” ad oggi non ha avuto risposta, per cui la vera differenza non è tra l’uomo di fede e l’ateo, ma tra chi, per dare un senso alla propria vita, si pone con serietà ed impegno queste domande, e cerca la risposta, anche se non la trova, e colui cui non importa nulla, a cui basta ripetere ciò che gli è stato detto fin da bambino. (Bobbio)

 

Hai capito!!!!!!!

 

Album: Bob Dylan's Greatest Hits
Titolo: Like A Rolling Stone

Album: Bob Dylan's Greatest Hits
Titolo: Like A Rolling Stone

 

 

Once upon a time you dressed so fine 
You threw the bums a dime in your prime, didn't you? 
People'd call, say, "Beware doll, you're bound to fall" 
You thought they were all kiddin' you 
You used to laugh about 
Everybody that was hangin' out 
Now you don't talk so loud 
Now you don't seem so proud 
About having to be scrounging for your next meal. 

Una volta ti sei vestita in modo molto carino 
il tuo fondo schiena è stata una parte molto apprezzata nei suoi tempi migliori, non è vero? 
le persone ti hanno chiamata, dicendo "Attenzione bambola, stai per arrivare al tramonto" 
Tu credevi che si prendessero gioco di te ci ridevi su 
ognuno che si lasciava andare 
ora non parli a voce così alta 
ora non sembri così orgogliosa 
di dover scroccare il tuo prossimo pasto 

 

 

How does it feel 
How does it feel 
To be without a home 
Like a complete unknown 
Like a rolling stone? 

Come ci si sente 
come ci si sente 
a non avere una casa 
come un completo sconosciuto 
come un vagabondo ('pietra rotolante')? 

 

 

You've gone to the finest school all right, Miss Lonely 
But you know you only used to get juiced in it 
And nobody has ever taught you how to live on the street 
And now you find out you're gonna have to get used to it 
You said you'd never compromise 
With the mystery tramp, but now you realize 
He's not selling any alibis 
As you stare into the vacuum of his eyes 
And ask him do you want to make a deal? 

tu hai frequentato tutte le scuole più raffinate, Signorina Solitaria 
Ma sai che l'hai fatto solo per sentirti elettrizzata 
e nessuno ti ha mai insegnato come vivere in strada 
ed ora scopri che devi abituarti alla situazione 
hai detto che non sei mai scesa a compromessi 
con il misterioso vagabondo, ma ora comprendi 
che non ti sta concedendo alcun alibi 
mentre tu guardi nel vuoto dei suoi occhi 
e gli chiedi 'vuoi fare un affare'? 

 

 

How does it feel 
How does it feel 
To be on your own 
With no direction home 
Like a complete unknown 
Like a rolling stone? 

Come ci si sente 
come ci si sente 
a starsene per conto proprio 
con nessuna fissa dimora 
come un completo sconosciuto 
come un vagabondo ('pietra rotolante')? 

 

 

You never turned around to see the frowns on the jugglers and the clowns 
When they all come down and did tricks for you 
You never understood that it ain't no good 
You shouldn't let other people get your kicks for you 
You used to ride on the chrome horse with your diplomat 
Who carried on his shoulder a Siamese cat 
Ain't it hard when you discover that 
He really wasn't where it's at 
After he took from you everything he could steal. 

non ti sei mai guardata intorno per vedere le espressioni accigliate sulle facce dei giocolieri e dei clown 
quando ritornavano alla realtà e ti facevano gli scherzi 
non hai mai capito che non era una cosa positiva 
non hai mai lasciato che altre persone si prendessero i calci destinati a te 
eri abituata ad andare a spasso sul cavallo cromato con il tuo diplomatico 
che portava sulla sua spalla un gatto siamese 
non è difficile scoprire 
che lui non è dove ha detto che sarebbe stato 
dopo che ha ottenuto da te tutto ciò che poteva rubarti 

 

 

How does it feel 
How does it feel 
To be on your own 
With no direction home 
Like a complete unknown 
Like a rolling stone? 

Come ci si sente 
come ci si sente 
a starsene per conto proprio 
con nessuna fissa dimora 
come un completo sconosciuto 
come un vagabondo ('pietra rotolante')? 

 

 

Princess on the steeple and all the pretty people 
They're drinkin', thinkin' that they got it made 
Exchanging all kinds of precious gifts and things 
But you'd better lift your diamond ring, you'd better pawn it babe 
You used to be so amused 
At Napoleon in rags and the language that he used 
Go to him now, he calls you, you can't refuse 
When you got nothing, you got nothing to lose 
You're invisible now, you got no secrets to conceal. 

La principessa sul trono e tutte le persone carine 
stanno bevendo, pensando che è merito loro 
se ci si scambia cose preziose e doni 
ma è meglio che tu sollevi il tuo anello di diamanti, e che lo mostri come garanzia 
eri abituata ad essere così divertita 
al Napoleon indossavi abiti logori ed il linguaggio che lui ha usato... 
va da lui ora, ti chiama, non puoi rifiutarti 
quando tu non hai nulla, non hai nulla da perdere 
sei invisibile ora, non hai più segreti da nascondere 

 

 

How does it feel 
How does it feel 
To be on your own 
With no direction home 
Like a complete unknown 
Like a rolling stone? 

Come ci si sente 
come ci si sente 
a starsene per conto proprio 
con nessuna fissa dimora 
come un completo sconosciuto 
come un vagabondo ('pietra rotolante')? 

 

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/61/Modern_physics_fields_-_it.svg/500px-Modern_physics_fields_-_it.svg.png

 

Fisica classica 

La fisica classica studia tutti i fenomeni che possono essere spiegati senza ricorrere alla  relatività generale e alla meccanica quantistica. Le teorie principali che la compongono sono la meccanica classica (in cui si ricomprende l'acustica, la termo-dinamica, l'elettro-magnetismo,  l'ottica e la teoria newtoniana della gravità). 

Sostanzialmente tutte le teorie che sono state prodotte prima dell'inizio del XX secolo fanno parte della fisica classica. Le leggi della fisica classica, nonostante non siano in grado di spiegare alcuni fenomeni, come la precessione del perielio di Mercurio, o l'effetto fotoelettrico, tuttavia sono in grado di spiegare gran parte dei fenomeni che si possono osservare sulla Terra. Le teorie, invece, falliscono quando è necessario spingersi oltre i limiti di validità delle stesse, ovvero nelle scale atomiche e subatomiche, o in quello dei corpi molto veloci, per cui è necessario fare ricorso alle leggi della fisica moderna.

La fisica classica utilizza un numero relativamente ridotto di leggi fondamentali che a loro volta si basano su una serie di principi assunti alla base della teoria. Fra questi quelli più importanti sono i concetti di spazio assoluto e tempo assoluto che sono poi alla base della relatività galileiana. Molto importanti sono anche i principi di conservazione.

Fisica moderna 

Se la fisica classica aveva di per sé esaurito brillantemente quasi del tutto lo studio dei fenomeni fisici macroscopici, con il successivo passo, ovvero con la fisica moderna, lo studio fisico si incentra su tutti quei fenomeni che avvengono a scala atomica e subatomica o con velocità prossime a quelle della luce; le teorie principali che costituiscono questa nuova fisica sono la meccanica quantistica e la relatività generale. Più precisamente fanno parte di questa categoria tutte le teorie che sono state prodotte a partire dal  XX secolo per cercare di spiegare alcuni fenomeni che le teorie classiche non riuscivano a dimostrare.

Queste nuove teorie rappresentarono una "spaccatura" netta nel disegno teorico tracciato dalla fisica classica precedente in quanto ne hanno completamente rivisto idee e concetti di fondo in cui l'uomo aveva sempre creduto fin dai tempi più antichi:

§       lo spazio e il tempo non sono più considerati assoluti, ma sono relativi al sistema di riferimento che si sceglie,  e non sono separati, ma formano un'unica entità chiamata spazio-tempo.

§       la velocità della luce è la massima velocità possibile nell'universo.

§       il concetto di misura e osservabile fisico vengono completamente rivisti in quanto con il principio di indeterminazione si stabilisce che esistono coppie di grandezze fisiche non misurabili simultaneamente con precisione arbitraria.

§       la stessa materia fisica dell'universo mostra inoltre una doppia natura, corpuscolare e ondulatoria, attraverso il noto dualismo onda-particella espresso nel principio di complementarietà.

 

L’uomo pur con la limitatezza dei suoi mezzi conoscitivi è riuscito a “scoprire” tutta una serie di leggi che sono alla base di ciò che ci circonda e che con vaga approssimazione chiamiamo universo. Lentamente e con grande fatica nell’arco degli ultimi 2500 anni la conoscenza a fatto passi avanti che non rappresentano la VERITA’ (ultima, assoluta, definitiva) ma più modestamente una serie di “verità”, suscettibili di essere superate da scoperte future, ma che tuttavia sono ad oggi il prodotto della ragione dell’uomo che è un piccolo lumicino che illumina uno spazio infimo rispetto alla grandiosità, all’immensità dell’universo.

 

Tuttavia l’unico lume legittimo, per quanto piccolo, con cui possiamo dire si o no, vero o falso, è la ragione e l’esperienza. E la domanda fondamentale: “perché l’essere e non piuttosto il nulla” ad oggi non ha avuto risposta, per cui la vera differenza non è tra l’uomo di fede e l’ateo, ma tra chi, per dare un senso alla propria vita, si pone con serietà ed impegno queste domande, e cerca la risposta, anche se non la trova, e colui cui non importa nulla, a cui basta ripetere ciò che gli è stato detto fin da bambino. (Bobbio)

 

 

Le leggi fondamentali della FisicaSorriso

Le leggi fondamentali della Chimica

 

1) Legge di Hooke.

2) Leggi della caduta dei gravi.

3) Primo principio della dinamica.

4) Secondo principio della dinamica.

5) Terzo principio della dinamica.

6) Legge di gravitazione universale.

7) Le tre leggi di Keplero.

8) Principio di relatività galileiana (o classica).

9) Teorema dell’energia cinetica.

10) Conservazione dell’energia meccanica.

11) Conservazione della quantità di moto.

12) Conservazione del momento angolare.

13) Principio di Pascal.

14) Legge di Stevino.

15) Principio di Archimede.

16) Legge di Bernoulli.

17) Teorema di Torricelli.

18) Legge di Poiseuille.

19) Leggi di riflessione delle onde.

20) Legge di rifrazione (legge di Snell).

21) Principio di Huygens.

22) Il principio di Fermat.

23) Legge di Stefan.

24) Legge di Boyle.

25) Principio di equivalenza fra lavoro e calore.

26) Primo principio della termodinamica.

27) Secondo principio della termodinamica.

28) Terzo principio della termodinamica (teorema di Nernst).

29) Postulati della relatività ristretta.

30) Principio di equivalenza.

31) Legge di Coulomb.

32) Principio di conservazione della carica elettrica.

33) Prima legge di Ohm.

34) Seconda legge di Ohm.

35) Principi di Kirchhoff.

36) Legge di Joule.

37) Legge di Biot-Savart.

38) Forza di Lorentz.

39) Legge di Faraday-Neumann.

40) Legge di Lenz.

41) Equazioni di Maxwell.

42) Principio di Pauli.

43) Relazioni di indeterminazione di    Heisemberg.

44) Principio di complementarietà.

45) Legge del decadimento radioattivo.

 

 

  1. Legge di azione di massa
  2. Legge di Boyle-Mariotte
  3. Teoria di Debye–Hückel
  4. Equazione di Henderson-Hasselbalch
  5. Equazione di van 't Hoff (osmosi)
  6. Legge di Henry
  7. Legge dell'indipendente mobilità degli ioni
  8. Legge di Lambert-Beer
  9. Principio di Le Châtelier
  10. Legge della conservazione della massa (chimica)
  11. Legge di Ostwald
  12. Leggi fondamentali ponderali
  13. Legge della conservazione della massa di Antoine Lavoisier (1774)
  14. Legge delle proporzioni definite di Joseph Proust (1799)
  15. Legge delle proporzioni multiple di John Dalton (1804).
  16. Legge delle pressioni parziali
  17. Legge delle proporzioni definite
  18. Legge delle proporzioni multiple
  19. Legge di Raoult
  20. Regole di Hund
  21. Legge di Stark-Einstein
  22. Equazione di stato
  23. Miscela gassosa

 

 

Quante vite spese e quanti sacrifici per far progredire la scienza: è possibile vanificare tutto questo per affidare il proprio cervello in ostaggio di fantasie e paure irrazionali?

 

Prima di tutto è necessario rispondere ad una domanda: le leggi ed i principi della fisica sino ad oggi conosciuti possono essere ritenuti validi? Se la risposta è no, è indispensabile spiegare il perché.

Se invece la risposta è si, la necessaria conseguenza è la seguente:

 

http://www.comune.aidone.en.it/immagini/slideshow/Archimede.jpg

http://win.istitutosangiovannibosco.net/cennini_donbosco/e-learning/percorsi%20di%20scienze/test/scienziati/media/mm1_1564.jpg

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http://win.istitutosangiovannibosco.net/cennini_donbosco/e-learning/percorsi%20di%20scienze/test/scienziati/media/mm5_serbo.JPG

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http://www.itisplanck.it/planckFiles/minerva/doc/progetti/scienza_tecnica/10-11/file/medie/serena/il%20forum%20delle%20radazze%20di%20scienza/sites.google.com/site/daviapanispernaaviagobetti/_/rsrc/1294848245657/scienziate-nel-tempo/marie%20curie.jpg

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/24/Arthur_Stanley_Eddington.jpg/469px-Arthur_Stanley_Eddington.jpg

 

 

 

 

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http://italiapatrimonioumanita.org/FERMI.gif

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http://quellochenonsai.altervista.org/alterpages/medium/hawking.jpg

http://www.levelofhealth.com/wp-content/uploads/2010/05/Francis-Crick.jpg

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(mettere i nomi mi sembrerebbe offensivo)

 

Questo è solo un piccolo numero di scienziati, i primi che mi sono venuti in mente, tra i tanti che hanno contribuito a fare dell’uomo quello che è ora.

 

Tutti questi scienziati hanno dedicato la loro vita, insieme ad innumerevoli altri, alla scoperta delle leggi della fisica, chimica, biologia, biochimica ecc. ecc.

 

Le leggi scoperte da questi uomini sono vere?  Sembra proprio di si, visto che tutta la nostra società tecnologica si basa sulle loro scoperte.

 

Qualcuno si sente di contrastarli e criticarli? Sarebbe solo un insano di mente o qualcuno profondamente disonesto per ragioni di egoismo personale.

 

Da questo discende direttamente che noi altro non siamo che robot, su base carbonio, senza alcuna possibilità di scelta e di libero arbitrio.

 

Ma se ognuno di noi non ha scelta significa che anche l’umanità nel suo complesso non ha scelta e quindi la storia non può essere quello che è stata ……….. e che sarà, nel bene e nel male.

 

Dovrei trarre delle conclusioni: ve le risparmio, mi limito a proporre soltanto delle immagini che rappresentano molto efficacemente le sensazioni possibili.

 

 

 

 

 

  L’uomo, così come ogni altro essere vivente:

§  Non sceglie di esistere come vivente.

§  Non sceglie di esistere come specie.

§  Non sceglie di esistere come individuo.

§  Non sceglie la propria formazione biologica.

§  Non sceglie la regolazione del proprio sistema endocrino.

§  Non sceglie il proprio condizionamento biologico e ambientale.

§  Non sceglie il comportamento etologico di primate.

§  Non sceglie il condizionamento materno e familiare.

§  Non sceglie il condizionamento sociale. (*)

 

 

Da questo ne consegue che:

 

§  L’uomo non poteva non essere che quello che è.

§  Quindi tutti gli uomini non potevano non essere che quello che sono.

§  E dunque la società non poteva e non può essere che quella che è.

§  E la storia non poteva non essere che quella che è stata.

§  La conclusione è che siamo in una trappola da cui non solo non è possibile uscire, ma all’interno della quale non abbiamo alcuna possibilità di movimento e di scelta.

 

La ragione dell’uomo è un piccolo lumicino che illumina uno spazio infimo rispetto alla grandiosità, all’immensità dell’universo. L’unico lume legittimo, per quanto piccolo, con cui possiamo dire si o no, vero o falso, è la ragione e l’esperienza. E la domanda fondamenta-le: “perché l’essere e non piuttosto il nulla” ad oggi non ha avuto risposta, per cui la vera differenza non è tra l’uomo di fede e l’ateo, ma tra chi, per dare un senso alla propria vita, si pone con serietà ed impegno queste domande, e cerca la risposta, anche se non la trova, e colui cui non importa nulla, a cui basta ripetere ciò che gli è stato detto fin da bambino. (Bobbio)

 

 

 

Il caso e l'origine della vita

 

Ponetevi una semplice domanda: nelle condizioni della Terra di 4 miliardi di anni fa, che probabilità c'erano che nascesse la vita?

 
La risposta «La vita era inevitabile perché noi siamo qui» non funziona. È ovvio che la vita ha avuto origine e la nostra stessa esistenza è qui a dimostrarlo. Ma doveva necessariamente avere origine?  In altri termini, la nascita della vita, da un brodo chimico o da qualunque cosa fosse, era inevitabile purché passassero milioni di anni? 
Nessuno conosce la risposta. L'origine della vita può essere stata un puro e semplice colpo di fortuna, il frutto fortuito di un processo chimico straordinariamente improbabile, un evento così inverosimile che non capiterà mai una seconda volta nell'intero universo. Oppure potrebbe essere stata un evento banale e predeterminato come la crescita di un cristallo di sale. Come facciamo a sapere qual è la visione giusta?

 

Diamo un'occhiata alla teoria del colpo di fortuna chimico. La vita sulla Terra si basa su una serie di molecole molto complesse, con strutture accuratamente modellate. Anche negli organismi più semplici il DNA contiene milioni di atomi e la loro esatta sequenza è cruciale. Non si può avere una sequenza casuale, perché il DNA è il manuale di istruzioni in base al quale si sviluppa l'organismo; è sufficiente cambiare pochi atomi perché la struttura dell'intero organismo sia a rischio. Se ne cambiano troppi, l'organismo non si forma affatto.

 
La situazione è simile alla sequenza di parole di un romanzo. Se si cambia qualche parola a caso qua e là, è facile che il testo ne esca stravolto. Se si rimescolano tutte le parole, con ogni probabilità quello che viene fuori non è più un romanzo.  Esisteranno altri romanzi con parole simili in combinazioni diverse, ma l'insieme delle sequenze di parole che riconosciamo come romanzi è una frazione infinitesimale di tutte le sequenze di parole possibili.

 

 

E' difficile immaginare le fantasmagoriche probabilità che vanno contro l'eventualità di ottenere una molecola proteica con una data sequenza accozzando amminoacidi a caso. E ciò vale già per una singola proteina. La vita, come la conosciamo oggi, richiede centinaia di migliaia di proteine specializzate, per non parlare degli acidi nucleici. Le probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle sole proteine sono circa 1040.000. Ciò significa 1 seguito da 40.000 zeri, un numero che, scritto per esteso, occuperebbe decine di pagine di un libro. Al confronto, ottenere un poker 1000 volte di fila è un gioco da ragazzi. È nota l'osservazione dell'astronomo britannico Fred Hoyle, secondo cui le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d'aria, spazzando un deposito di robivecchi, produca un Boeing 747 perfettamente funzionante! 


Alcuni ritengono che qualcosa di così fondamentale come la nostra esistenza non possa essere liquidata come un capriccio della chimica e che nascondere il problema sotto l'etichetta di «evenienza fortuita» non è che un pretesto per non affrontarlo. A volte si fa appello al principio di mediocrità: il posto che occupiamo nell'universo non ha niente di speciale o di eccezionale. La Terra sembra un tipico pianeta che ruota intorno a una tipica stella in una tipica galassia. Perché, allora, la vita su questo pianeta non dovrebbe essere un fenomeno tipico? 


Ma tale argomento, sfortunatamente, non regge. La nostra stessa esistenza è, di per sé, un'eccezione alla regola che ciò che noi osserviamo non è nulla di eccezionale. Se c'è un solo pianeta nell'universo in cui esiste la vita, deve essere il nostro!  Ovviamente, non potremmo trovarci a vivere in un pianeta privo di vita, per definizione. Quindi la Terra non è un pianeta preso a caso in un campione cosmico, perché noi stessi, con la nostra esistenza, lo abbiamo selezionato. 


Malgrado questo dato innegabile, il compito degli scienziati è pur sempre di provare a spiegare il mondo, quanto più è possibile, in termini di leggi e di principi.  Nessuno si accontenterebbe di sentirsi dire che gli anelli di Saturno si sono formati per l'associazione casuale di particelle che si muovevano in modo indipendente. Il ricorso ai capricci del caso deve essere l'ultima risorsa. Questo non vuol dire che gli eventi fortuiti non si verifichino mai o non possano avere ruoli importanti. Può darsi che la nascita della vita sulla Terra sia stata un colpo di fortuna, ma dovremmo fare almeno il tentativo di spiegarla come un normale processo fisico.

 

Questo è un esempio di evidente ignoranza: ancora oggi è possibile trovare persone che hanno la pretesa di esprimere la loro opinione senza avere la benché minima preparazione scientifica.

 

Evidentemente non ha letto e quindi non conosce Jaques Monod !!!!!!!!!!!!

 

 


Nonno Pietro

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